di Pasquale Caracciolo
Cari amici, l’incontro di ieri sera è da apprezzare molto: quando delle persone, nonostante i loro impegni,sentono l’esigenza d’incontrarsi, di riservare il loro tempo per qualcosa di buono, per come vanno le cose oggi, è già un evento per se stesso. Ora il nostro gruppo è da valorizzare in tutto il suo potenziale. Ci siamo scambiati idee, valutazioni e proposte concrete da portare avanti con continuità e determinazione. E’ stato significativo che la serata sia stata quasi interamente dedicata a dirci CHI SIAMO. Ed è emersa la necessità di metterlo per iscritto. Vorrei dire qualcosa su questo.
a) Il nostro Gruppo si è costituito intorno alla vicenda dell’Ostello e dell’O.d.G (con le strumentalizzazioni e le menzogne) approvato dalla IV Commissione consiliare e che ora andrà all’esame del Consiglio Comunale. Siamo intervenuti. Abbiamo detto la nostra. Ci siamo già accreditati, come attestato dall’invito alla riunione di lunedì con il sindaco e l’assessore ai servizi sociali. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione anche in futuro.
b) il nostro gruppo giustamente non si ferma a questo e intende impegnarsi senza limiti di tempo intorno ai temi dell’accoglienza, della condivisione e dell’integrazione. Per questo ci siamo chiesti: CHI SIAMO? Anzitutto il NOME che comprendiamo non può essere Ponte Felcino antirazzista. Mi piace riscoprire la denominazione “PONTE D’INCONTRO. PER L’ACCOGLIENZA E LA CONDIVISIONE”. Il nostro obiettivo è di promuovere questi valori, ma non in modo generico, ma declinati nello specifico di Ponte Felcino e i suoi abitanti. Questo è il compito principale del nostro gruppo se intende rimanere radicato sul territorio e mantenere questa sua vocazione specifica. Senza naturalmente voler essere autoreferenziale e collaborare con quelle realtà civili e religiose che condividono i nostri obiettivi, a cominciare da quelle presenti a Ponte Felcino, senza confondersi con esse e, allo stesso tempo, senza prevaricare. Mi riferisco, per esempio, alla PRO LOCO che ha compiti ben precisi che non sono i nostri.
c) Quando poi affermiamo che intendiamo rivolgerci agli abitanti di Ponte Felcino, dobbiamo essere consapevoli che ci riferiamo anche ai numerosi stranieri che vi abitano da tempo. Visti non solo come destinatari, ma anche come protagonisti insieme a noi di quanto ci proponiamo.
d) Abbiamo parlato di condivisione che significa, come ci è stato ben spiegato, DIVIDERE – CON e in definitiva mettere le mani in tasca e donare (la nostra persona, il nostro tempo, le nostre cose, i nostri soldi). Come sapete, insieme ad altre persone (almeno una decina) vado all’Ostello per incontrare i giovani profughi: impariamo dialogando (loro l’italiano e noi l’inglese o francese) e ancor più a riconoscersi come persone. L’Ostello è struttura di prima accoglienza e i profughi rimangono sino a quando non vengono destinati ad altre strutture (47 nel territorio perugino). Quindi cambiano in continuazione e hanno bisogno di vestiti, scarpe ecc. Noi volontari portiamo spesso quello che abbiamo o ci donano le famiglie che conosciamo, ma a volte non riusciamo a far fronte a tutte le richieste. Ecco quindi una prima possibilità che abbiamo di mettere in pratica la condivisione. Quanto raccolto può essere portato da Daniele ai responsabili dell’Ostello.
Grazie se siete riusciti a leggermi sino in fondo. Solo alcune idee a caldo da mettere insieme alle vostre. Un caro saluto.
Pasquale Caracciolo
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