di Matteo Tacconi.
Rifugiati. L’anno scorso era il tema più raccontato e richiesto, sui e dai media. Giustamente, la situazione era eccezionale. Oggi, il vuoto. Non se ne parla. La questione è scomparsa dall’agenda dei giornali. Eppure a maggio, giugno e luglio sono arrivate più di 20mila persone al mese nell’area mediterranea, quasi tutte in Italia tra l’altro. Penso:
1) Non c’è da stupirsene, di questo black out. Nelle redazioni si ragiona secondo la moda del momento e in base a quello che fa la concorrenza. L’anno scorso tutti volevano articoli, racconti, reportage, foto sui rifugiati. Quest’anno no. La cosa è passata, “i rifugiati hanno stufato”. Eppure loro vengono ancora; verranno ancora.
2) Anche noi che andiamo a vedere le cose con i nostri occhi abbiamo evidenti responsabilità. Il nostro raccontare lo strazio, il dramma umano, la fatica, i muri, le frontiere; il fotografare o riprendere questa gente sdraiata a terra, sui binari, nei campi; l’insistere sempre e solo sulle stesse storie, sulle stesse immagini; il prendersela con la fortezza Europa: è anche questo, un vero e proprio fenomeno di omologazione verbale e visuale, che ha portato all’oblio.
Matteo Tacconi
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